Come ha potuto il ragazzo che ho cresciuto con amore trasformarsi in un assassino? È la domanda angosciante che
Sue Klebold si è posta per anni. Il
20 aprile 1999 suo figlio
Dylan e l'amico Eric Harris erano entrati nella
Columbine High School, in Colorado, armati di bombe e pistole e avevano sparato ai compagni nel bar, in biblioteca, nei corridoi. Poi si erano suicidati, lasciando a terra tredici morti e ventiquattro feriti
. Dopo lo sgomento, lo strazio, la vergogna e il rimorso, Sue ha iniziato un lungo percorso per tentare di venire a patti con una realtà inaccettabile. Ha letto e riletto i suoi diari e quelli di Dylan, scavato tra gli episodi e le conversazioni del passato, sezionato la sua vita famigliare con la precisione di un medico legale, cercando di comprendere che cosa le fosse sfuggito, quali errori avesse commesso.
La conclusione del suo lavoro, descritto con onestà spietata, è una verità difficile da accettare: conoscere fino in fondo i propri figli è impossibile, e l'amore non basta a proteggerli dalla sofferenza psicologica.
Bisogna essere consapevoli della
vulnerabilità degli adolescenti, anche di quelli che sembrano felici. La speranza che ciò che ha scoperto con fatica e dolorosamente possa essere utile ad altri genitori l'ha aiutata a compiere un ultimo passo difficile, quello di pubblicare la sua storia. Toccante, sconvolgente, traboccante di compassione e saggezza,
Mio figlio è un libro fondamentale per
imparare a guardare più consapevolmente i ragazzie cogliere in tempo i loro piccoli e grandi disagi.