Diego è un bambino autistico. Non parla. Non ha mai parlato. Tutte le terapie intraprese non hanno mai abbattuto il muro del suo silenzio. Poi il colpo di scena: a sette anni, imprevedibilmente, Diego comincia a scrivere.
Inizialmente assistito, poi via via sempre più autonomo, toccando una lettera alla volta, scrive. Le lettere diventano parole, le parole diventano frasi, e si svela un pensiero profondo, articolato e complesso. Gli operatori che lo seguono, la psicologa e la logopedista, trascrivono fedelmente tutto ciò che Diego scrive.
Meraviglia dell’ovvio: là dietro c’è un mondo, una voce irripetibile che spezza prepotentemente la certezza del limite e ci strappa dalla condizione di spettatori casuali. Questa esperienza getta un fascio di luce sul funzionamento delle persone affette da autismo; per la prima volta attraverso una prospettiva che parte dal “di dentro”.
E’ una testimonianza che cambia il nostro modo di vedere il mondo.
Antonella Riccò