Per Michelangelo Buonarroti (1475-1564), pittore, scultore, architetto e poeta l’esecuzione dei lavori della volta e della parete d’altare della Cappella Sistina a Roma è sicura e accertata. Non univoca è invece la genesi e l’interpretazione iconografica dei suoi Capolavori. Michelangelo potrebbe aver descritto la Passione del Signore, pur non esplicitamente rappresentata nei suoi affreschi della Volta e nel successivo Giudizio Universale, tramite l’identità del supplizio e nella somiglianza fisica tra Aman crocifisso dipinto sulla Volta e il Gesù Giudice del Giudizio Universale. Michelangelo avrebbe così indicato tramite la somiglianza fisica, che allude a una somiglianza funzionale, e il medesimo supplizio, che Gesù sarebbe morto durante un carnevale ebraico, almeno per quanto riguarda la prima parte della Passione.
Nel libro biblico di Ester, Aman primo ministro persiano scoperto che il suo rivale Mardocheo è ebreo, cerca di ucciderlo insieme con tutti i connazionali. Alla fine però sarà Mardocheo a far uccidere Aman sulla forca che preparò per lui. Gli ebrei nella festa religiosa carnevalesca di Purim ricordavano e ricordano tuttora, la salvezza degli ebrei e la morte del loro persecutore. L’identità del supplizio e la somiglianza fisica alludono a una somiglianza funzionale: Gesù sarebbe morto sulla croce interpretando (anche) il ruolo di Aman. Michelangelo, in tal modo anticipò di quattro secoli l’ipotesi dell’antropologo e storico delle religioni scozzese Sir James George Frazer (1854-1941) che con il suo lavoro: La crocifissione di Cristo del 1900 espresse per primo in modo formale e più approfondito tale ipotesi. Michelangelo mise la sua ipotesi sulla Passione del Signore così bene in vista nell’ambito del complesso degli affreschi della Cappella Sistina, che così facendo non la notò nessuno. Entrando nella Cappella si vede subito davanti, Gesù Giudice al centro della parete d’altare e sopra sulla sinistra la Crocifissione di Aman e alla sua destra l’episodio dell’Innalzamento del Serpente di rame, che rimanda alla crocifissione di Gesù. Mentre Michelangelo da una parte rivelava il legame tra Aman e Gesù, nel contempo lo occultava. I tempi rispetto agli affreschi della volta erano mutati. In tal senso Michelangelo potrebbe aver inserito tutti quei corpi nudi di proposito nel Giudizio Universale, sapendo che l'attenzione dei suoi critici si sarebbe rivolta su di essi e non sulle innovative idee incluse nei suoi affreschi della Cappella Sistina. Avrebbe nascosto le idee principali dentro gli abiti dei corpi ignudi. Dentro il nulla, il non abito vi avrebbe celato l'abisso della verità.