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Lettera al Signor Professore Girolamo Boccardo intorno a una questione di così detta proprietà letteraria (annotato): edizione integrale arricchita dal saggio “Dell’equivalenza manzoniana”

Edizione integrale arricchita da:

- biografia dettagliata
- saggio “Dell'equivalenza manzoniana”






SINOSSI

Alessandro Manzoni, celebrato autore de “I promessi sposi”, dal suo romanzo ricavò poco e niente. Ad esempio, la versione definitiva del 1840 venne pubblicata a sue spese perché troppo costosa a causa delle illustrazioni del Gonin volute dall'Autore stesso.
Inoltre Alessandro Manzoni fu vittima di pirateria editoriale ante litteram, “I promessi sposi” vennero stampati e venduti senza l'autorizzazione dell'Autore.
A seguito di uno di questi fatti, egli scrisse la “Lettera al Signor Professore Girolamo Boccardo intorno a una questione di così detta proprietà letteraria” con cui ribatteva a un parere che professore aveva espresso a favore dell’editore Le Monnier con cui Alessandro Manzoni era in causa. Per la cronaca, l’editore in questione fu condannato a un risarcimento di 34 mila lire.
La versione integrale qui presentata è arricchita dalla biografia dell’autore e dal saggio “Dell’equivalenza manzoniana”.






L’AUTORE

Alessandro Manzoni, inarrivabile autore de “I promessi sposi”, nacque a Milano nel 1785 da Don Pietro Manzoni e Giulia Beccaria, figlia di quel Cesare autore de “Dei delitti e delle pene”, sebbene si dicesse che in realtà fosse il frutto di una relazione adulterina della madre con Giovanni Verri, fratello cadetto di Alessandro e Pietro, noti esponenti dell'Illuminismo.
Dopo avere trascorso la sua gioventù presso alcuni collegi gestiti da religiosi nel milanese e in Svizzera, a trenta anni si riunì A Parigi con la madre appena rimasta sola a causa della morte del compagno Carlo Imbonati. Ivi conobbe e sposò con rito calvinista la prima moglie Enrichetta Blondel, figlia di un banchiere, da cui ebbe dieci figli. All’età di trentacinque anni si convertì al cattolicesimo di stampo giansenista. Da quel momento la sua vita e la sua produzione artistica mutarono radicalmente.
Dopo la morte di del padre Don Pietro Manzoni, si trasferì definitivamente a Milano con tutta la famiglia.
La sua vita fu ricca di gioie e affetti, ma anche di molti dolori (le due mogli e ben otto dei suoi figli gli premorirono).
Studioso e letterato, dedicò tutta la sua vita alla poesia, di cui di lascia opere immortali quali “Marzo 1821” e “Cinque maggio”, e alla stesura de “I promessi sposi”, il romanzo romantico e risorgimentale per antonomasia, capolavoro assoluto dell’Ottocento, a cui lavorò indefessamente per quasi trenta anni. “I promessi sposi”, opera rivoluzionaria che ebbe un successo di pubblico e di vendite senza pari che si protrae sino ai giorni nostri, procurò ad Alessandro Manzoni fama internazionale, ma nessun ritorno di natura economica.
Morì ottuagenario nel 1873, acclamato come patriota e padre della lingua italiana moderna.
In suo onore Giuseppe Verdi compose ed eseguì una “Messa da requiem”.
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