In questo saggio l’interpretazione dell’ascesa al potere di Mao coinvolge, per la prima volta rispetto alle altre biografie già esistenti, aspetti inediti della sua vita privata, offrendo un’analisi “politicamente scorretta” della Rivoluzione Culturale. Di origini contadine, autodidatta, imprevedibile e controverso quanto si conviene a un rivoluzionario, Mao Zedong si rivela presto il leader capace di riunire intorno a sé, e al proprio dogma, un paese sconfinato, lacerato da anni di guerra, di dominazione straniera e feudalesimo. Raffinato stratega e organizzatore instancabile, negli anni universitari entra in contatto a Pechino con il nascente movimento marxista cinese e, grazie ai successi ottenuti dalla guerriglia comunista, dà vita a un vero e proprio culto della personalità. Dopo aver avviato la riforma agraria e organizzato le masse contadine, approfitta dell’aggressione giapponese in Manciuria per opporre, a fianco di Chiang Kai-shek, il temibile capo dei nazionalisti del Guomindang, un fronte comune contro gli invasori. Falliti i tentativi di mediazione, il 1º ottobre 1949 Mao proclama la nascita della Repubblica Popolare Cinese, sancendo così la sua consacrazione a Grande Timoniere. Amalgamando abilità di ricerca storica e doti narrative, Jonathan Spence tratteggia la personalità di Mao Zedong in tutte le sue contraddizioni, attraversando, grazie anche a fonti inedite, il tessuto di ombre e utopia che sostenne il suo percorso personale e politico. Questa biografia è più che mai preziosa per gettare luce su una delle figure più enigmatiche e influenti del Novecento e per comprendere il paese che si trova ancora oggi a fare i conti con la sua discussa eredità.