Con Giovanni Falcone, insieme al quale inizia il suo tirocinio in magistratura, Antonio Ingroia incontra il primo segno del suo destino futuro. Subito dopo, a Marsala, si troverà accanto a un altro giudice: Paolo Borsellino. Falcone e Borsellino, i precursori.Con loro muove i primi passi: li affianca negli interrogatori, li osserva, ne studia i gesti e le parole, ne ricava una lezione risolutiva di impegno professionale e di passione civile. Poi le stragi di Capaci e di via D’Amelio… Da sostituto procuratore a Palermo, Ingroia diventa un protagonista della lotta a Cosa Nostra. Si inoltra nei luoghi in cui per antica tradizione, o per dannazione, lo scempio della giustizia e del diritto avviene con la violenza più sistematica. Penetra nei misteri dei delitti, delle stragi e delle connivenze, nella rete delle relazioni tra società criminale, società legale e poteri istituzionali. Inizia il suo cammino nel Labirinto degli dèi, raccontato in questo libro. Questo non è un libro di storia, ma di storie. Storie che narrano fatti, esperienze, avvenimenti di vita, personale e pubblica. Un esercizio della memoria, compiuto insieme ai lettori, alla ricerca di una comune via di uscita dal labirinto, dove un minotauro asserragliato pretende di resistere a oltranza a un principio elementare: la legge è uguale per tutti. Antonio Ingroia (1950) è uno dei più autorevoli magistrati antimafia italiani. Pubblico ministero alla Procura di Palermo, ha ereditato il ruolo che fu di Falcone e Borsellino. Ha indagato su alcune delle più importanti vicende della storia repubblicana tra cui gli omicidi dei giornalisti Mauro De Mauro e Mauro Rostagno, le stragi mafiose al di fuori della Sicilia e il presunto connubio tra criminalità organizzata, imprenditoria e politica che vede coinvolto Marcello Dell’Utri.