Il territorio capitolino è una base essenziale sia per le mafie nostrane - Cosa Nostra, ‘ndrangheta, camorra – che per quelle straniere – albanese, russa, cinese o nigeriana - in un vero crocevia di interessi illeciti. Roma in particolare è stata ed è tuttora il teatro di una decisiva mutazione della criminalità. Partendo nella sua analisi dalla stagione delle stragi e della cosiddetta trattativa, Capaldo dipinge una nuova mafia pervasiva e dai contorni sfumati che punta ai luoghi di potere e pilota scelte essenziali. In base all’esperienza maturata in quarant’anni di attività, il magistrato scrive un saggio ricco di informazioni e dati, corredato da box di approfondimento e arricchito da aneddoti personali, e ci aiuta ad orientarci in paese in cui la classica tripartizione dei poteri è esautorata da un esecutivo onnivoro che tenta di fagocitare il Parlamento, da una magistratura allo stesso tempo bersagliata dalla politica e tentata dal superamento delle sue prerogative, da una stampa sempre meno indipendente e sempre più interessata e da una serie di poteri forti extraistituzionali che aspirano al ruolo di burattinai dell’eterna transizione italiana.