Per un paradosso italiano, la normativa più importante per la tutela del patrimonio archeologico non è contenuta nel Codice dei Beni Culturali ma nel Codice dei Contratti Pubblici. Questa circostanza ha portato negli anni alla scarsa conoscenza e notevole sottovalutazione di una norma che, pur evidenziando una serie di limiti, fornisce tutti gli strumenti necessari per una corretta impostazione del ciclo di quella che oggi si chiama, con termine talvolta abusato, Archeologia preventiva.
Indirizzato, prima che agli archeologi, a tutti i tecnici, progettisti e decisori politici che con le loro scelte ridisegnano il paesaggio italiano, il volume mira a inquadrare, anzitutto sul piano del metodo, poi su quello dell’operatività, i principi della gestione del rischio archeologico. L’obiettivo dell’opera è pertanto quello di rendere questo insieme di procedure un set logico di azioni che abbia come fine effettive economie nella gestione del progetto e reale creazione di nuovo valore sul territorio.
La ricca dotazione di appendici raccoglie tutti gli spunti che vengono dal mondo della professione, fornendo alle stazioni appaltanti strumenti pratici per riconoscere il professionista di qualità e quantificare meglio gli aspetti economici del suo lavoro.