"...sono la raccolta di 149 pagine da un diario scarabocchiato: impressioni, idee e momenti di evasione dal 2006 al 2010, impresse sulla carta nei giorni lavorativi, in pausa pranzo o nel preciso istante di una folgorazione. Non sono ordinati, ma sparpagliati, così come li ho ritrovati."
Diego Gabriele è un artista a cui non piace definirsi così, preferendo chiamarsi “pittore”.
Questo perché ritiene che il termine dovrebbe essere usato con più oculatezza, in un panorama attuale in cui spesso se ne abusa.
La sua attività si concentra soprattutto sulla pittura: dal 2006 ha lavorato a cavallo tra pittura e design, realizzando molti progetti dalle performance dal vivo alle esposizioni nazionali e internazionali a New York, Berlino e Parigi.
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"...they are a gathering of pages from a sketched diary, impressions, ideas and escape moments I use to draw while at work. This collection covers years 2006-2010, they’re not cronologically ordered though. I’m going to publish them just as I found them: scattered here and there."
Diego Gabriele is an artist who doesn’t really feel like saying it, preferring “painter”. This is because he would like such an important term to be used only when it’s worth, while nowadays it is often misused.
His activity is mainly focused on painting: as of 2006 he has been working borderline between art and design, realizing many project from live performances to national and international exhibitions in NY, Berlin and Paris.