“Perché oggi non esiste ancora nessuna storia dell’arte romana universalmente accettabile?” si chiedeva alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso Bandinelli, forse il nostro maggiore storico dell’arte antica. Oggi, a distanza di mezzo secolo, la domanda è ancora attuale. Per Winckelmann, il padre (putativo) della storia dell’arte antica, un’arte romana non è mai esistita. Nella sua visione, fondata su un paradigma “biologico”, i Romani non creano un’arte originale: si limitano a recepire e utilizzare l’arte greca, prolungandone la vita fino all’estrema vecchiaia. Ma sarà del tutto vero?
In questo ebook si vanno a scoprire le peculiarità di un’epoca in cui si forma un linguaggio nuovo che pone le premesse dell’arte medievale, cogliendo tutti gli elementi di originalità dell’arte romana: in primis la sostituzione del naturalismo dell’arte greca con una rappresentazione illusionistica della realtà, più attenta ai valori ottici che a quelli plastici; la tecnica impressionistica in pittura, basata sull’accostamento di macchie di colore più che sul disegno; uno spiccato interesse per la resa dello spazio e per il paesaggio; il rilievo storico e la narrazione continua.
Un ebook che racconta i mille volti dell’arte romana, che è nello stesso tempo un’arte bipolare, in cui convive una doppia vena naturalistica –imitata nel Quattrocento e Cinquecento- e antinaturalistica, precorritrice dell’arte bizantina e medievale; un’arte plebea con il suo linguaggio vernacolare e scene di vita quotidiana; ma anche un’arte plurale fatta di una molteplicità di stili che convergono in sintesi del tutto originali.