Emanuele Arciuli, pianista di fama internazionale che ha debuttato negli Stati Uniti nel 1998 (al Corbett Auditorium di Cincinnati) e che ha saputo costruire negli anni un proficuo rapporto non solo con la musica ma anche con i compositori di quel paese, in questo libro esplora in modo organico e appassionato un territorio sterminato come le grandi praterie americane. Un territorio nel quale, un po' come nella Monument Valley, affiorano colossi e capisaldi come Ives, Gershwin, Cage, Bernstein e Adams, ma che regala anche numerosi e memorabili incontri con compositori considerati minori ma sempre in grado di lasciare una traccia.