UNO PSICOTERAPEUTA ASCOLTA TURANDOT
Turandot è l'ultima opera di Giacomo Puccini, rimasta incompiuta per il sopravvenire della morte del compositore nel 1924. La sua musica e la sua storia sprigionano un fascino inquietante, che cattura chiunque si interessi all'anima umana, alle sue sofferenze, alle sue dimensioni più sfuggenti e indefinibili. Lo studio dello psicologo è un luogo dove queste realtà si manifestano il più delle volte sotto specie di una quotidianità solo apparentemente banale.
Seguendo le suggestioni dell'opera e della musica di Puccini l'autore Massimo Schinco si rivolge in modo particolare - ma non solo - ai suoi colleghi per riflettere insieme sul rischio che le teorie e le tecniche psicoterapeutiche accechino il professionista e non lo aiutino a cogliere l'unicità - la dimensione "sacra" - delle storie e dei problemi portati dai suoi clienti. Una disamina approfondita è riservata alle questioni lasciate aperte dall'approccio estetico di Gregory Bateson e dal suo rapporto con la dimensione del sacro. La stessa vicenda della morte di Puccini viene riletta nella chiave evocativa dell'intrecciarsi di elementi quotidiani, creativi e spirituali che, se da una parte contribuisce a spogliare lo psicoterapeuta dai pretesi paludamenti di tecnologo della psiche, dall'altra eleva la "normalità" della vita di ognuno, terapeuta o cliente che sia, a fenomeno che suscita ogni volta meraviglia e desiderio di apprezzarne il mistero.