Questo libro nasce dal bisogno di assolvere a un obbligo di verità verso la generazione delle mie figlie, pur sapendo che pervenire a verità assolute e definitive è impossibile.
È il bisogno di affrontare un argomento difficile, l’amore “malato” che sfocia nella violenza psicologica, attraverso la storia di una donna, come pretesto, per poi andare oltre i personaggi e gli avvenimenti, e aprire il “vaso di Pandora” dei sentimenti e delle contraddizioni, che riguardano tante donne, se non proprio lo stesso “essere donna”.
E, come nel mito, sul fondo del vaso, quando tutto è passato, rimarrà sempre la luce della speranza. Il valore del tentativo, esperito durante quell’affascinante viaggio che si chiama vita, perché aver amato è comunque aver vissuto.