L’erotismo dei corpi, le eresie dei sentimenti e del pensiero. Due registri che la filosofia occidentale e il discorso sulla donna nelle società eurocentriche hanno tenuto separati, facendo di questa scissione il luogo di costruzione dell’immagine femminile. A quest’immagine la Feminist Film Theory ritorna per individuare all’interno del testo classico hollywoodiano l’Assenza della donna e formulare le possibili identificazioni della spettatrice. Il nuovo soggetto femminile femminista enuncia punti di vista molteplici, inventa pratiche di sconfinamento, attraversa la linea del colore. Se il controcinema impara a guardare le donne, embricando i loro corpi e le loro menti e introducendo un piacere spettatoriale intriso di etica della differenza, l’intervento delle femministe colorate e delle lesbiche interroga il concetto di identità, riafferma la necessità della resistenza e del cambiamento, mette in discussione le idee stesse di cittadinanza e nazione, prefigurando con ciò una nuova mappa per il futuro della rappresentazione.