Progettare il contemporaneo in un paesaggio secolarizzato, in un centro storico, in presenza di monumenti o spazi antichi, significa inevitabilmente scontrarsi con un mondo che spesso attribuisce al progetto architettonico o alla proposizione paesaggistica o urbana, non tanto il ruolo di garanti della continuità e dell'evoluzione di una città o di un territorio che si rinnovino su se stessi ma piuttosto quello di elementi dissolutori di un patrimonio archeologico sepolto e conservato sottoterra o di un bene culturale. Ad un tale atteggiamento consegue la rinuncia al paesaggio come luogo delle modificazioni e dello svolgersi degli eventi e la sua cristallizzazione entro un susseguirsi di epoche storiche isolate, fossilizzandole nella loro dimensione temporale. Su tale problematiche si dibatte nel progetto editoriale qui proposto, che si struttura in due parti dove l'attenzione degli autori si orienta sulla conoscenza e sull'esplorazione delle condizioni relazionali del manifestarsi della storia nel paesaggio antropico contemporaneo e dei diversi modi interpretativi del legame tra il nuovo e i paesaggi della memoria in alcune aree del bacino del Mediterraneo con particolare attenzione alla lettura e alla ricostruzione della storia del paesaggio. Gli autori si confrontano nella seconda parte del testo sul tema del rapporto tra storia e progetto contemporaneo alle diverse scale, dalla paesaggistica a quella architettonica, preoccupandosi di o&rire strategie adeguate alla risignificazione di permanenze storiche o antiche, per la loro valorizzazione in rapporto alla identità dei luoghi e in relazione alle esigenze dello sviluppo territoriale o urbano di alcune regioni del mediterraneo europeo con particolare attenzione verso casistiche applicate di valorizzazione ambientale, urbana ed architettonica condotte o in corso di conduzione negli ultimi anni in Sicilia.