Un volume che scava nelle origini del polar, genere tra il poliziesco e il noir, nato negli anni Quaranta sotto l’influsso del cinema americano e che in Francia trova una nuova identità, pescando nella migliore tradizione del cinema d’oltralpe. Accanto alle atmosfere torbide e notturne e agli intrighi, tipici del noir, il polar si sposa felicemente
con il poliziesco e la letteratura di genere, forma attori versatili che diventano vere e proprie icone con il volto di Lino Ventura, Michèle Morgan, Jean Gabin, Philippe Noiret, Serge Reggiani, Jeanne Moreau o Jean-Paul Belmondo e si muove nei territori accidentati delle passioni, delle vendette e delle ossessioni, disegnando ritratti umani contorti e affascinanti nella loro ambiguità disincantata e umanità sfuggente. A volte abbandona l’ambientazione metropolitana, per inoltrarsi tra la malavita di una provincia insofferente, dove mescola stati d'animo malinconici alle violenze della lotta per la sopravvivenza, oscillando tra il dramma e il realismo romantico, senza rinunciare alla rappresentazione di ambienti sociali irrequieti, che mal sopportano la desolazione e gli orizzonti ristretti della campagna.