L'anno è il 1935. Lo sfondo è l'Etiopia. La missione consiste nel condurre quattro decrepite autoblindo dapprima per mare, forzando il blocco inglese, quindi per centinaia di chilometri di deserto ostile e selvaggio fino ai Pozzi di Cialdi, nel cuore del territorio etiopico che sta per essere invaso dalle truppe di Mussolini. L'arduo compito è affidato a due avventurieri, un americano e un inglese che agiscono per denaro, a una giornalista che ha sposato la causa degli oppressi e a un giovane dignitario etiope. Dalla goletta negriera che lo farà approdare non senza difficoltà nei pressi di Gibuti, alle gole profonde dell'altopiano etiopico, il piccolo convoglio dovrà conoscere la ferocia degli animali e degli uomini del deserto, le vendette sanguinarie e i riti tribali dei predoni; dovrà fronteggiare un esercito ben equipaggiato combattendo al fianco di un popolo tanto eroico quanto inerme; sarà costretto a rischiare la vita ogni istante opponendo il coraggio al tradimento, l'amore alla disperazione. E durante il viaggio saranno le circostanze a fare gli uomini, ritoccando e talvolta addirittura capovolgendo quelli che sembrano i dati di fatto iniziali. Maestro nella caratterizzazione di personaggi come nel creare una tensione narrativa senza cedimenti, Smith fa sfoggio, in questo romanzo in particolare, anche di un'ironia insolitamente graffiante.
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