Il dopoguerra in Italia per la gente con scarsi mezzi, specie se quei pochi che aveva prima li aveva perduti nel conflitto, offriva due sfoghi per un giovane del centro-sud. Emigrare al Nord e accettare un umile lavoro qualsiasi o andare all’estero. L’estero, beninteso, che a quel tempo, malgrado tutto, ci amava come gli Stati Uniti, per esempio. Paolo accetta un imbarco su una petroliera americana, che dovrà raggiungere in aereo nel porto industriale di Los Angeles: Wilmington. Il solo fatto di dover volare fino a quella destinazione, anche se con molti scali e cambi di aereo, lo entusiasma al tal punto che accetta, benché abbia da poco conseguito la maturità classica non potendo, tuttavia, continuare gli studi presso una Università di Roma, non avendo i suoi genitori, i mezzi per potercelo mantenere.
Siamo nel 1957 e sebbene la miseria più nera incominci a scemare, grazie alla lenta ricostruzione di una Nazione ferita gravemente dalla guerra, di prospettive di impiego ce ne sono ben poche.
La dura esperienza del mare maturerà Roberto, rendendolo tenace alla fatica e ai disagi, ma non al punto da fargli abbandonare tout court gli studi da autodidatta, cosicché riesce in poco tempo ad apprendere alla perfezione la lingua inglese che gli sarà di aiuto per scalare la carriera nell’ambito della compagnia petrolifera per la quale è stato ingaggiato, grazie soprattutto all’aiuto di Elizabeth, moglie di un contrammiraglio della U.S. Navy, conosciuta sin dal suo arrivo in California e madre della sua futura sposa Sharon…
Avventure mozzafiato sui mari di tutto il mondo con l’epilogo nel porto californiano, tragico nella sua efferatezza ma, per una certa combinazione fortunata, vantaggioso a posteriori per Roberto che, dopo intense e lunghe riflessioni, decide di...
Questa storia di vita vera vissuta mi è stata raccontata dal protagonista, ora ultrasettantenne il cui nome di battesimo è di pura invenzione e certe situazioni sono state leggermente modificate.