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Manchester, 1582. Elisabetta I di Tudor incontra in segreto il celebre alchimista John Dee, astrologo di corte e suo fidato consulente per le materie occulte. Insieme a Edward Kelley, Dee è un passo dal decifrare il rompicapo linguistico che secoli più tardi verrà da tutti conosciuto come il Manoscritto Voynich.
Alaska, nostri giorni. I membri dello staff in servizio presso un segretissimo radiotelescopio del Vaticano, vengono trovati tutti decapitati, denudati e disposti secondo l'Albero delle Sephiroth, disegnato sul pavimento con il loro stesso sangue.
Due membri del Servizio di Informazione del Vaticano, l'archeologo Gabriel Delacroix, quì alla sua seconda indagine (Il Maestro del buio) e il gesuita belga Padre Jean-Michel Brice, dovranno far luce sul caso, mentre gli indizi e le morti si accumuleranno lungo il loro viaggio attraverso l'Europa, fino a quando riusciranno a trovare il luogo identificato da Dee e Kelley ove riposano "I Figli di Dio".
In questo secondo episodio, in un certo senso autonomo rispetto al "Maestro del buio", che lo precede, come mia abitudine, gli elementi fantastici sono in secondo ordine rispetto alla ben più incredibile realtà dei fatti. Al di là di alcuni personaggi e situazioni, tutto il resto esiste davvero: dall'osservatorio in Alaska ai progetti avanzati del Vaticano in campo astrobiologico, dalla sonda SILOE al progetto LUCIFERO presso il V.A.T.T. (compresi i motivi della sua esistenza), dalle Porte d'oro alla passione per l'occulto di Elisabetta I, dal S.I.V. a John Dee e Edward Kelley, dal Voynich al monastero di Valaam... E se questo viaggio vi porterà anche solo per un istante a porvi qualche domanda in più, allora le notti spese nella ricerca e nella stesura, senz'altro imperfetta, di questa mia serie di avventure, avranno raggiunto lo scopo che mi ero prefissato: stimolare la curiosità dei miei lettori.
Vi auguro il meglio. Buona lettura.
ROBERTO
https://ilmaestrodelbuio.wordpress.com