Un romanzo surreale e iperrealista allo stesso tempo, un 1984 moderno i cui protagonisti sono costretti a operare come ingranaggi di una macchina burocratica che inghiotte e divora denaro pubblico. Una scrittura ironica e pungente capace di illuminare tratti reali della nostra società.
Si parte dalle galassie di un mondo divenuto preda della globalizzazione sfrenata per passare attraverso una macchina del tempo che ci sta riportando indietro, ai tempi del baratto. Lo zoom restringe poi il suo campo fino a un microcosmo locale: un piccolo ufficio immerso nel ventre della pubblica amministrazione, in una zona periferica del Sud Italia, diventa il quartier generale dove si catturano tutte le informazioni di giornata e si organizza la resistenza contro il potere burocratico.
Il subcomandante del piccolo esercito di liberazione burocratica è affiancato dal Cica, il genio dell’economia, e da Franziska, la volpe bionda. Nel loro tortuoso peregrinare i tre guerriglieri incontrano Pixon, da subito nominato generale che dal fortino della torre di Scilla sovrintende alla battaglia.
I protagonisti scavano linee di fuga dalla rete fittissima di pubbliche relazioni, oleata da consulenti, funzionari, politici e dirigenti. Sul diario di bordo, con l’intento di produrre un sapere storico di lotta da consegnare alle future generazioni, annotano i disastri combinati negli ultimi vent’anni dai governi nazionali ed europei che si sono succeduti, artefici di quella miseria che i protagonisti vivono tutti i giorni e di quel sistema d’arroganza che vige negli enti regionali, provinciali e comunali.
Filippo Violi è nato a Crotone nel 1970, dove tuttora risiede. Laureato in Scienze politiche presso l’Ateneo di Bologna con una tesi su Michel Foucault, dal 2000 è funzionario pubblico presso l’Ente Provincia di Crotone. È autore di diversi scritti e articoli su giornali locali.