Duncan di Armitage guardava ciò che restava della Fortezza del Drago.
La colossale costruzione che per secoli era stata il simbolo dell'inviolabilità del Regno di Dragonia non esisteva più. Era ridotta ad un cumulo di macerie che sfiguravano il fianco della montagna come se unghie di un gigante vi si fossero conficcate impietose sbriciolando la pietra.
Solo una torre, alta e solitaria, si ergeva ancora, prodigiosamente sfuggita alla furia dell'Armata delle Nebbie.
Sotto la pioggia che continuava a cadere incessante lo scempio appariva ancora più desolante e Duncan avvertì dentro di se' una sofferenza tale da costringerlo ad appoggiarsi ad una roccia per non cadere miseramente in ginocchio nel fango misto a sangue.
Mai i Cavalieri di Dragamor avevano subito una così dura sconfitta, mai avevano dovuto contemplare la moltitudine di cadaveri che tappezzavano come una coltre di carne ed ossa la vallata. Mai era accaduta una cosa simile.