RACCONTO LUNGO (26 pagine) - FANTASCIENZA - Venivano da tutta la galassia per affrontare la sfida impossibile del Mondo dello Specchio, alla ricerca di se stessi e dei propri limiti.
Il Mondo dello Specchio era un mondo vuoto. Deserto, sabbia ovunque, nessuna forma di vista, animale o vegetale. Ma sulla sua superficie un'antica razza scomparsa aveva costuito un'immensa piramide, sui lati della quale correva un sentiero a spirale, dal fondo alla vetta. Nessuno sapeva chi l'avesse costruita e perché, ma non era l'unico mistero. Perché alla vetta della piramide si poteva arrivare solo percorrendo a piedi il sentiero a spirale, sotto il sole cocente. Nessun ausilio, artificiale o naturale, poteva essere d'aiuto: le specie alate non potevano volare, corazze e altre difese non riparavano dal sole. Nessuno era mai riuscito ad arrivare in vetta. Ma venivano da tutta la Galassia per affrontare la sfida. E morire nel tentativo.
Angelo De Ceglie (1956-1985) è stato tra i protagonisti di una delle epoche più creative della fantascienza italiana, gli anni settanta e ottanta. Ha scritto una trentina di racconti, diversi dei quali pubblicati sulla rivista "The Time Machine", all'epoca portabandiera della letteratura fantastica in Italia, arrivando a vincere il premio Italia nel 1982 col racconto "Babele". Tra le sue opere migliori "Pianeta illusione", "E il serpe si morsicò la coda", "Oltre Plutone". De Ceglie svolgeva anche attività di editor, sia nella cura della rivista amatoriale da lui pubblicata, "Vox Futura", che nella preselezione dei racconti italiani per la rivista "Robot". Stava lavorando al suo primo romanzo quando morì in un incidente, a soli ventisette anni.