«Prima di raccontare il memorabile episodio di cui sono stato testimone, permettetemi di spendere qualche parola sulla mia infanzia, spiegando per quale strano motivo i casi della vita mi hanno portato ad assistere alla terribile catastrofe della nostra marina». Inizia così Trafalgar, un’appassionante romanzo storico il cui protagonista e narratore, un giovane di nome Pablos, ci descrive con grande abilità e sorprendente maestria un evento che non fu particolarmente felice per gli spagnoli: la celebre Battaglia di Trafalgar. Alternando fatti realmente accaduti ed altri puramente inventati, l’autore del romanzo riesce a catturare l’attenzione del lettore, “stregandolo” quasi fino alla risoluzione finale. Oltre al contenuto narrativo, ciò che più sorprende nell’opera è di certo lo stile linguistico adottato, uno stile aulico ma al contempo colloquiale ed ironico. Dialoghi, monologhi e nobili pensieri conferiscono al romanzo un tocco di leggerezza contribuendo dunque a smorzare quel tono serioso che verrebbe inevitabilmente a crearsi dato il solenne scenario storico che ne sta alla base. In maniera del tutto brillante e soprattutto originale, Trafalgar, invita il lettore a riflettere sul significato delle proprie azioni, sulle conseguenze che scaturiscono da queste e come, purtroppo, molto spesso l’uomo agisca pensando solo ed esclusivamente a se stesso. È per questo motivo che in uno degli ultimi capitoli del romanzo il protagonista si domanda: «Non è triste però pensare che solo la disgrazia rende gli uomini fratelli?». Elevato contenuto storico e morale si fondono dunque in quest’opera maestra dando vita ad uno dei romanzi storici più belli ed intriganti di ogni tempo.