Danilo Turci faceva un mestiere particolare, un mestiere nel quale si parla poco e soprattutto non si ha un contatto diretto con il pubblico. Anzi la caratteristica principale della sua attività era proprio quella di riuscire a passare inosservato, essere solamente un volto uguale a tutti gli altri. Ora il suo corpo era immobile, senza alcun segno di vita. La morte era stata l’unica a riconoscerlo e portalo via con sé. Un uomo dal passato fumoso e dal presente evanescente era stato ritrovato morto in casa sua. Il capitano dei carabinieri Marcello Noveri deve fare luce sull’evento. L’appartamento era stato ritrovato in ordine, la porta dell’appartamento non mostrava segni di effrazioni, le finestre era intatte e chiuse, e il Turci abitava al settimo piano e quindi era impensabile che qualcuno, si fosse calato dall’alto. Il cadavere era seduto sulla poltrona. Ma indagare su Danilo Turci non è facile, il completo anonimato lo circonda, non v’era un qualcosa di predominante, che possa attirare l’attenzione e quindi permettere un inizio per leggere la storia di questa persona ritrovata cadavere, se non un criptico foglio di carta in cui è annotato “Bologna, consegnato in totale chilogrammi uno, ricevuti 65.000 euro”. E’ il solo elemento di partenza per indagare. Colpi di scena, personaggi che si aggirano in un mondo quasi parallelo, sono solo alcuni degli elementi che tengono il lettore inchiodato per scoprire alla fine una dura realtà.