«Voglio raccontare la tua vita come non è mai stato fatto prima». Annalisa Chirico irrompe così nella quotidianità del professor Umberto Veronesi. Gli propone un viaggio tra i ricordi per ripercorrere la «risalita controcorrente» di quel ragazzino che, nato da una famiglia di contadini della pianura lombarda, è stato incluso per ben due volte nella rosa finale dei candidati al Nobel per la medicina. Nel dialogo serrato tra la giovane giornalista e l’uomo di scienza due generazioni si confrontano sui grandi temi dell’esistenza - l’amore, le passioni, la morte, la pace, la religione - e sugli avvenimenti della storia e dell’attualità. Ne emerge il resoconto di una battaglia quotidiana tra desideri, tentazioni, aspettative e bisogni. «La lezione che il professore consegna ai lettori è - nelle parole di Annalisa Chirico - l’umiltà dell’essere. È un uomo senza pretese da superuomo che si scopre in modo inedito nella propria umanità, finanche negli aspetti più intimi e delicati, con l’inevitabile carico di ridicolo che la vita di ciascuno di noi porta con sé». Protagonista di queste pagine «è il bambino rimasto orfano di padre a sei anni, che fa i conti con la povertà in una cascina di campagna. È il soldato arruolato con la forza, costretto ad affrontare l’orrore delle armi e delle mine. È il giovane che compie il proprio apprendistato sessuale grazie alle carezze lascive delle prostitute appostate su un tratturo di campagna. È lo studente universitario che incanta le ragazze e sgobba il triplo più degli altri, perché sa che quello che diventerà dipende soltanto da lui. È il medico tenace che scardina il paradigma scientifico dominante nella lotta contro il cancro per imporne uno nuovo, a muso duro. All'inizio è il solo a credere in un’idea folle e rivoluzionaria: il seno non va amputato, il seno si può conservare. Soltanto a distanza di anni, dopo una sperimentazione rischiosa e contrastata, il resto della comunità scientifica internazionale gli darà ragione». Dalle riflessioni del «Veronesi self-made man» Annalisa Chirico ricava e ci rivolge un’esortazione: non cedere mai all'autocompatimento, ma lottare senza sosta per diventare ciò che si desidera.