In un’estate come tante incontrai l’Iscariota. Il tempo mi ha purtroppo regalato la consapevolezza che quell’essere aveva venduto l’anima al diavolo, rubando senza scrupoli anche la mia. Questa è la storia che ognuno di voi avrebbe potuto vivere, fatta di alti e bassi, di gioia e disperazione, di smarrimento e redenzione. Gli orpelli vengono relegati alla società, talvolta sterile e preconfezionata, di cui si è figli. L’amore è inteso quasi in maniera shakespeariana: incondizionato, totalizzante e a volte anche tragico. Le parole sono scandite dai colori di struggente vita reale che suscitano numerose interpretazioni e supposizioni. L’intreccio tra onirico, desiderio, speranza e coraggio diventano i piloni fondamentali per arginare una forma mentis siciliana chiusa e retrograda, per delimitare la cattiveria umana che non conosce confini geografici e per dissuadere l’inesorabile dolore frutto della mancanza, emozionale e fisica. I personaggi del mio racconto sono istantanee, non digitali. Alcuni meriterebbero di essere relegati nell’oblio piuttosto che donare loro luce e visibilità, altre invece sono da assurgere a modello di vita. Resta a voi capire da chi farsi ispirare.