Il primo viaggio a New York della Fallaci risale al 1955.
Dieci anni dopo Oriana decide di trasferirsi negli Stati Uniti e con un tono lieve e brillante descrive per “L’Europeo” la vita quotidiana in un mondo dove le dimensioni delle cose acquistano spesso un aspetto “mostruoso” per chi è abituato a usare il metro italiano. Nei racconti di Oriana si alternano le chiacchiere a bordo piscina durante i party hollywoodiani e i teenager americani protagonisti delle trasformazioni politiche e sociali, un incontro con Pasolini a New York e un viaggio on the road con l’attrice Shirley MacLaine, lo sfarzo dei grandi alberghi di Las Vegas e la desolazione delle ghost town, le città fantasma abbandonate “come si abbandona un’amante sgradita”. Attraverso i suoi scritti la Fallaci insegue il segreto di un Paese impaziente “che non si affeziona mai a nulla, cambia sempre indirizzo, si stacca senza dolore da tutto: genitori, figli, coniugi, case, paesaggio”. Un Paese però elettrizzante, che Oriana riesce a raccontare in tutta la sua energia, regalando ai lettori un sorprendente ritratto da cui traspare il legame intimo e poetico con quella che poi diventerà la sua seconda patria.