Il presente saggio trae spunto da un paio di articoli apparsi rispettivamente sul numero 18 di “La domenica del corriere” del due Maggio 1972 e sul numero 17 dl “Giornale dei misteri” edito nel 1972.
In tali interviste Padre Pellegrino Ernetti, un monaco benedettino, noto esorcista, musicologo di fama internazionale e scienziato, vissuto nel monastero dell'isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, annuncia al mondo di avere realizzato una macchina che capace di guardare indietro nel tempo, a suo dire progettata agli inizi degli anni cinquanta, unitamente a 12 scienziati tra cui cita: Enrico Fermi, un suo noto discepolo (che io presumo essere Majorana), lo scienziato tedesco Wernher Von Braun (già inventore delle V2 e direttore della NASA), un imprecisato premio nobel giapponese e uno scienziato portoghese di nome De Matos.
L'inchiesta che segue, da me svolta sull'argomento, ha cercato di fare luce su tale invenzione e sui potenziali rapporti che potevano essere intercorsi tra Ernetti e gli altri studiosi che collaborarono a questo progetto.
In particolare mi sono interessato dei potenziali rapporti che potevano essere intercorsi tra Ernetti e lo scienziato, Ettore Majorana, scomparso nel 1938, ovvero colui che per primo si rese conto dei possibili sviluppi delle ricerche sull'energia atomica. Su questo scienziato si è ipotizzato di tutto e lo si è localizzato ovunque, ma sono convinto che in base alle prove da prodotte in questo saggio non si possa escludere a priori che lo stesso sia vissuto a visciano almeno fino al 1952. In quanto dalle testimonianze della gente che l'ha conosciuto emerge una descrizione fisica e psicologica troppo simile allo scienziato scomparso per potere escludere a priori la sua presenza nel monastero camandolese di Visciano sito vicino a Napoli (ovvero l'ultima destinazione conosciuta, prima della sua scomparsa). Vi potrebbe peraltro essere una prova principe ovvero la presenza possibile di suoi scritti sui muri del posto in cui viveva (vedi in copertina). Lascio ai posteri l'onere e l'onore di verificare le mie ipotesi. Buona lettura. Michelangelo Magnus