Dal camice alla penna, dallo sconforto all'ironia. Così l'autrice riesce a tratteggiare i vari volti di una malattia che stravolge i ricordi di una vita e l'identità di una persona. Identità che, nonostante tutto, traspare in ognuno degli undici racconti in cui vivono altrettanti personaggi. È il medico che si cimenta in qualcosa che non gli appartiene per mestiere, ma che risponde ad un'esigenza derivante dalle esperienze non solo professionali ma anche umane; ne nasce l'idea di diffondere la conoscenza della "demenza" anche in modo diverso, attraverso la rielaborazione di vissuti reali in forma narrativa, valorizzando la prospettiva e la visione del malato e dei suoi familiari. I racconti traggono ispirazione da storie vere e le illustrazioni sono opera di pazienti.