Era riverso, il corpo raggomitolato, quasi a proteggersi dal gelido abbraccio della morte. Il viso coperto di sangue.
L’asfalto, intorno a sé, ruvido e implacabile, era vermiglio, come altare di una offerta sacrificale al Dio degli eroi.
Le prime vetture di soccorso arrivarono dopo pochi minuti, mentre, ai lati, scorreva, ad altissima velocità, il grosso dei corridori , come un esercito di indomiti cavalieri lanciato verso il destino : vita e morte , vittoria e sconfitta. Questo era ciò che li attendeva, e la linea tra esse era molto sottile. Un breve sguardo al compagno caduto e poi via, con la mente divisa tra il dolore per l’amico, il sollievo per avere , sino a quel momento evitato incidenti, il desiderio di fuggire da lì, lontano dal dolore,e, per questo, di essere ancora più veloci.