Questo è un libro sul tempo e sul corpo. Si occupa della scrittura del pittore cinquecentesco Jacopo Carucci detto il Pontormo. E anche della scrittura attorno a lui e su di lui. Racconta la pittura del Pontormo, inevitabilmente; ma come attraversata dal suono della parola e dalla febbre che l’invenzione letteraria vi ha acceso dentro.
Pontormo è anche la letteratura che l’ha inventato. E che gli appartiene, come patina del tempo. Se il manierismo è “ricerca della febbre”, come suggeriva Bataille, questo è un libro sul manierismo. Giorgio Manganelli ha scritto: “Il libro mio non è il libro della confessione del Pontormo; al contrario, è il libro del suo silenzio.
Si potrebbe dire che è stato scritto seguendo i margini del grande e terribile fragore che stava nel centro della sua testa inquieta, e che era il fragore del Giudizio universale, la fine del mondo, quel mondo di piova ed escrementi, che solo le piaghe di Cristo potevano salvare”.
L’ebook presenta il testo completo del Libro mio accompagnato dalla copia anastatica del manoscritto. Il dossier in appendice raccoglie la lettera al Varchi e i versi in burla inviati da Bronzino al suo maestro, preziose testimonianze dell’officina inventiva di Pontormo.