“Io sono solo una ragazza. E ci sono momenti in cui questa condizione mi piega in due.”
È da questo disagio inalienabile, da questa incapacità di gestire la vita, che prende via la storia di Jelena, la sua disperata trasformazione da Bambina Perfetta a Fatina Tossica. “Diario di una fatina tossica” è il racconto di una tossicodipendenza, ma è anche il racconto di chi questa dipendenza la vive ogni giorno; è il racconto di Jelena che, quotidianamente, subisce, combatte e alimenta questo bisogno oscuro, questa sorta di “coperta di Linus” di cui non può fare a meno per affrontare il mondo ma che, contemporaneamente, dal mondo, finisce per allontanarla sempre di più.
Jelena, con grande coraggio, ci apre uno spiraglio sulla quella che è la sua vita, permettendoci, capitolo dopo capitolo, di superare le barriere culturali e sociali che dividono solitamente “normali” e “tossici”, mostrandoci che, in fondo, come scrive Giona Vinti nell'introduzione al testo, siamo tutti, a modo nostro, vulnerabile "carne del mondo".