Tabaccaio per mestiere, portiere per hobby ma solo dopo la pesca, Jan Jongbloed passò professionista a 34 anni, dopo la finale mondiale del '74 persa con l'Olanda contro la Germania Ovest padrona di casa. Come nel 1978 contro l'Argentina. Una vita avventurosa, segnata dalla tragedia del figlio Erik, anche lui portiere, colpito da un fulmine in una partita fra dilettanti. Jan, a 44 anni, difendeva la porta del Go Ahead Eagles a Rotterdam contro lo Sparta. Il dolore sarà tale da impedirgli di parlarne per sempre. Solo il calcio poteva salvarlo. Anzi: il volare da un palo all’altro. «Avrei potuto fluttuare a mezz’aria in eterno, se solo lo avessi voluto. La percezione estrema del concetto di libertà: è questo che il ruolo di portiere mi ha regalato. Al mondo non c’è niente di più bello». La libertà del Canarino.