Dalla Sicilia al Continente, da Berlusconi a Gheddafi, da Terzani al barone Von Ungern-Sternberg, dall’Opa alla Lapa. Pietrangelo Buttafuoco racconta così, con la sua personale invettiva, personaggi e contraddizioni, termini e situazioni che stanno caratterizzando l’ennesima stazione di un Occidente in crisi. Fuochi perché sono parole, le sue, capaci di bruciare la fisicità delle pagine dei quotidiani e trasformarsi in passaggi di racconto, disvelatore e ironico allo stesso tempo. Fuochi sono gli incontri dell’autore con i personaggi della politica, del giornalismo, della società, da Norberto Bobbio a Eugenio Scalfari, dai quali emerge un mosaico più complesso di quello che esegeti o detrattori si ostinano a comporre. Fuochi sono i racconti, le pillole, gli aneddoti sparsi che si fanno apologhi e ci aiutano a capire di che razza sono i nostri tempi. Fuochi non possono che essere , infine, anche le parole sulla destra italiana, un luogo che non è più dimora verticale di spirito ma un carro consegnato a vagare nell’orizzontalità. Sotto la mano di Buttafuoco, l’Italia e il mondo si fanno tela su cui imprimere e graffiare. E il risultato non può che essere incendiario.
Pietrangelo Buttafuoco (Catania, 1963). Giornalista di Panorama, scrive per Il Foglio e La Repubblica. Ha pubblicato: Fogli consanguinei (2003), Le uova del drago ( 2005), L’ultima del diavolo ( 2008), Cabaret Voltaire ( 2008), Fimmini (2010), Il lupo e la luna (2011).