Una storia che si dipana, pagina dopo pagina, intrecciando intorno a una commossa cronaca familiare i fili di più di mezzo secolo di storia d’Italia, segnata dal fascismo e dalla guerra. Il 1944, le occupazioni, le deportazioni, i rifugi, le fughe…
Una biografia appassionante, quella di Bianca, 50 anni di storia, e storie, trascorsi fra tre bellissime isole del Mediterraneo:
1. l’isola di Rodi crocevia di antiche civiltà e religioni, una delle isole del Dodecanneso, un tempo colonia italiana dove entrambi, Bianca e Girolamo, si trovarono ad insegnare allo scoppio della seconda guerra mondiale. Una giovanissima maestra calabrese lei, giovane professore di liceo lui. A Rodi Girolamo fu individuato subito come antifascista. Cacciato dalla scuola impartirà lezioni private ai ragazzi ebrei, allontanati anche loro dalle scuole italiane per via delle leggi razziali, fino alla deportazione totale della comunità ebraica di Rodi nel luglio del 1944.
Girolamo arrestato dalla Gestapo verrà salvato dal coraggio di Bianca; durante quei giorni tragici del 1944, in un’isola bombardata e affamata, assieme ad amici italiani, greci e turchi, Bianca e Girolamo riusciranno a sottrarre alla deportazione pochi allievi e amici ebrei.
Per le azioni raccontate nel libro, Bianca e Girolamo nel 2015, entrambi ormai scomparsi, hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento di GIUSTI TRA LE NAZIONI dallo Yad Vashen, l’istituto nato nel 1953 per preservare la memoria dell’Olocausto.
2. la Sardegna. Olbia, città in cui aveva vissuto a lungo la famiglia di Girolamo, figlio dell’avvocato Antonio Sotgiu, che ne era stato anche sindaco. L’isola nel dopoguerra si affacciava alla modernità politica ed economica conservando ancora i suoi retaggi arcaici. Protagoniste tra molte, le città di Sassari e Cagliari, in una vita di impegno totale per la politica e la cultura: tra figli, comizi, occupazioni delle terre (Bianca verrà arrestata nel 1950 a Bono, un piccolo villaggio e trascorrerà un mese nelle carceri di Nuoro). Poi, ancora, UDI, sindacato e …
3. infine la piccola Tavolara. Isola selvaggia, isola-rifugio di lunghe estati abitate solo dalla famiglia del guardiano del faro e dalle foche monache; anche isola delle lunghe, incantate vacanze della famiglia Sotgiu, dove poi ha voluto essere sepolto Girolamo, nel piccolo cimitero di fronte al mare.
Epilogo • luglio 2015
Se i libri sono un ponte attraverso il quale idee e parole viaggiano nel tempo e nello spazio unendo persone e culture, da Rodi a Tavolara ha funzionato perfettamente: attraverso questo libro le memorie e le parole di Bianca sono arrivate sino a Lina, la bambina che Bianca, nel 1944, adottò e nascose nella casa sua e di Girolamo a Rodi, salvandola dalla deportazione e dal campo di sterminio. Lina Amato Kantor (oggi anziana signora, felicemente sposata con figli, residente in Sud Africa) e Bianca, pur ricordando indelebilmente quei drammatici giorni, non sono riuscite a ritrovarsi ed abbracciarsi.
È grazie al libro Da Rodi a Tavolara (segnalatole nel 2013 da un amico che lo aveva acquistato in una libreria di Rodi) se Lina ha potuto ricostruire l’identità dei suoi salvatori: non li ha potuti ringraziare personalmente perché Girolamo è mancato nel 1996 e Bianca nel 2005, ma ha dato avvio alla pratica che ha permesso di inserirli come GIUSTI FRA LE NAZIONI, titolo riconosciuto a chi, non appartenendo al popolo ebraico, nel corso della seconda guerra mondiale ha salvato la vita a un ebreo a rischio della propria vita.
Bianca Ripepi Sotgiu (Reggio Calabria 1922 – Cagliari 2005), scrittrice, insegnante, fondatrice dell’Unione Donne Italiane. Nel 2004 è stata insignita del “Premio Iglesias” di saggistica, sezione storico-filosofica, per il volume “Da Rodi a Tavolara”. [...]