“L’ultima piovra” è un’analisi del berlusconismo in tutte le vicende che lo hanno contraddistinto in questi ultimi ventidue anni. E’ una mia storia d’Italia narrata attraverso notizie e documenti ritrovati in giro per il web, o nei nuovi archivi dei giornali.
Sappiamo davvero tutto sui processi di Berlusconi? Senza entrare nel labirinto dei cavilli giuridici, gli effetti praticamente inesistenti che producono questi tribunali politici, e le cause che li muovono, risalenti all’epoca dei nostri nonni, ci dicono di no. I processi di Berlusconi e dei suoi colleghi sono questioni private, completamente avulse dall’attualità italiana, che gli scandali a orologeria, come li chiamò il laziale Massimo Cacciatori, ricordando il suo arresto per il calcioscommesse del 1980, gli uffici stampa e le dichiarazioni programmate non hanno per niente cambiato.
Lo dicono i documenti sfuggiti ai servizi di sicurezza. Lo Stato italiano resta quello di Ustica, ostaggio perenne del segreto di Stato, dei militari, e delle torbide trame extraparlamentari. Chi è allora Silvio Berlusconi? Negli anni ‘80 studiava il comunismo cinquecentesco di Thomas More e giurava di fuggire all’estero qualora i comunisti gli avessero impedito di fare l’imprenditore. E’ ancora qui, e quando nel 1994 iniziò il suo primo governo di centrodestra non disdegnò le alleanze con i palazzinari rossi, gli ex leader di Lotta Continua della Lega e le avances ai togati di Mani Pulite. Amici e nemici insieme, odiati e amati.
Berlusconi è forse questo: uno che è rimasto a galla nonostante tutto, perché nonostante tutto non è successo niente. Berlusconi è nero come i fascisti di Vezzalini, ma anche “rosso” per quanto possa esserlo il centralismo democratico dei governi sovietici. Della Democrazia cristiana, di cui si disse che l’ex cavaliere era sostenitore nel 1978, ha ereditato l’illusione funesta che l’est e l’ovest del mondo potessero convivere.
Bisogna però scavare nei documenti per superare le semplificazioni di questa politica giolittiana e più che mai clientelare nota come “berlusconismo” o adesso “renzismo”. Riaffiorano dai giornali la mafia del nord Italia, che sembra non essere mai stata scalfita dalle indagini, né ieri, né oggi. Riscopriamo con amarezza lo statalismo socialista con cui vengono gestite le aziende di Stato, e i fondi pubblici di cui gode il micragnoso ambiente dell’editoria, incapace di costruire realtà commerciali, restio agli investimenti, timoroso della concorrenza e più che mai attaccato alle mammelle dello Stato per tirare a campare.
Apprendiamo, infine, da notizie in inglese che l’Isis, il nuovo nemico di Berlusconi, gode di appoggi inconfessabili: Israele? I servizi segreti occidentali? I ceceni e il KGB? Forse. A tutto questo affibbierei un nome: Piovra. E’ stato un celebre film televisivo premonitore dei nostri guai. O forse no. A giudicare da certi articoli dimenticati, potrebbe essere una storia vera che, semplicemente, le indagini giudiziarie e la morte di Giovanni Falcone non ci hanno fatto conoscere appieno.