Quattro scippatori, tra i dodici e i tredici anni, in un mattino del maggio 1976, si aggirano su due Vespe cinquanta ai margini del mercatino rionale del quartiere popolare di San Cristoforo a Catania. Sono attratti dalla deferenza di cui è circondata una donna anziana che, fatta la spesa, si avvia verso casa. Sembra la preda giusta! Le strappano la borsetta, lei resiste, cade e si frattura un braccio. Il bottino è misero, ma l’oltraggio è perché, grande senza saperlo hanno derubato la madre dell’onnipotente capo mafia.
I ragazzini da predatori diventano preda. Spariranno nel nulla. Anni dopo un pentito, in preda ai rimorsi, rivelerà il loro destino, senza però alcuna prova concreta. Non si saprà mai se ha detto il vero o il falso. Ci sarà anche un processo che non approderà a nulla.
La punizione racconta questa storia di dolore, di mistero e di precoce iniziazione alla vita. E l’immaginazione dà corpo, sostanza psicologica e drammatica alla scarna trama del pentito, ai destini incrociati di quattro adolescenti e dei loro persecutori.
Ne scaturisce un quadro tragico e grottesco in cui il riso si mescola alla ferocia, il sacro all'osceno, la speranza alla beffa, i turbamenti e i sogni adolescenziali al cinismo degli adulti; e in cui la pietà cede ad un assurdo senso dell’onore.