L’Italia che fece da scenario all’entrata in politica di Berlusconi faceva paura. Giustizia sommaria, codardia della politica, poche idee e riscrittura della storia costituzionale dei partiti a firma di una magistratura codina, di media e patti di sindacato finanziari e industriali assai loschi, tutti soggetti che perseguivano scopi non dichiarati e li travestivano da “questione morale” (niente di nuovo sotto il sole). Berlusconi, con quei denti da pescecane, in realtà era un candido, e si rivelerà nella sua parabola un vincitore e uno sconfitto dolorosamente sublime.