Come schegge proiettate dall’esplosione di un secolo che si avvia facinorosamente alla fine sono le quarantadue microbiografie che compongono questo libro: vi troveremo i celebrati (Gandhi o Chaplin) e gli ignorati (Leonid Teljatnikov o Jacques Lusseyran), i decisivi ma non riconosciuti come tali (Montagu Norman o Rathenau) e gli esemplari per i vizi e le virtù più disparati (l’esoterico Aleister Crowley – «Violentò diverse cameriere e per quanto malaticcio divenne sulle Alpi uno scalatore temerario» – o il fondatore della Croce Rossa Henri Dunant), ma vi troveremo anche Nuvolari o Jim Morrison. Inconfondibile è il taglio che Alvi sa dare a queste «vite brevi»: tutti i particolari vibrano, sorprendono, colpiscono. E ovunque sentiamo circolare l’aria del secolo, il Novecento, dove «sfrenatezze venali, puritanesimo, eterne adolescenze, finiscono comunque e sempre in un qualche spettacolo circense». Autore di un saggio," Le seduzioni economiche di Faust", che è tra le opere più acute e originali (nonché discusse) degli ultimi anni nel campo della teoria e della storia economica, Alvi rivela qui un nuovo volto, di puro scrittore – e quasi di storico fisiognomico –, che affascina e sconcerta.