Ritrovati a Lodz dopo la guerra, conservati dalla sorella per cinquant'anni, i taccuini di Abram Cytryn, scomparso a 17 anni ad Auschwitz, costituiscono un documento eccezionale e sconvolgente sul ghetto di Lodz, dove Abram ha vissuto dal 1940 al 1944. Vi si descrive la vita quotidiana all'interno dell'universo concentrazionario con una lucidità sorprendente, un forte talento poetico e una frenesia che enfatizza la prossimità della morte. Racconti dal ghetto di Lodz si inserisce a pieno titolo nel solco tracciato da Se questo è un uomo di Primo Levi, dal Diario di Anne Frank e dall'opera di Elie Wiesel, con i quali condivide un'urgenza drammatica: scrivere per non affondare. E perché il mondo sappia.