In America del Sud tutti lo conoscono come Don Patagonia. In Italia solo pochi hanno sentito parlare di Alberto Maria De Agostini, singolare figura di missionario, fratello del più ben noto De Agostini editore. Don Patagonia è stato molto altro ancora: geografo, alpinista, esploratore. Un uomo controcorrente che ha testimoniato con coraggio il massacro dei nativi dell’America australe. Tito Barbini ha voluto colmare questo vuoto e rendere giustizia a un personaggio che come dice lui stesso “c’è un grande bisogno di ricordare”. E lo fa a modo suo, attraverso un’appassionante diario di viaggio sulle tracce di questa straordinaria figura. Viaggio nello spazio, ma anche viaggio nel tempo, all’interno delle memorie personali, uno stile a cui ci ha abituato Tito Barbini da quando iniziò la sua avventura sulla pagina con il suo libro dedicato alla Terra del fuoco, Antartide, di cui questo suo ultimo rappresenta la naturale prosecuzione. Il cacciatore di ombre è un libro crepuscolare che crea corrispondenze tra passato e presente, si interroga sul genocidio delle minoranze autoctone e sui crimini della dittatura militare, restituendo vita alle tante ombre di cui si popola il racconto. Ombre di vittime e ombre di carnefici. Su tutte, quella di un uomo che cercò per ognuno un’alternativa a un destino segnato.
L’autore
Tito Barbini ha un passato di impegno e incarichi politici nelle istituzioni pubbliche della Toscana, giovanissimo Sindaco a Cortona, poi presidente della Provincia di Arezzo, assessore alla Regione. Oggi viaggia molto e ne scrive con passione. Nella collana Off the road ha pubblicato Caduti dal muro scritto insieme a Paolo Ciampi e I giorni del riso e della pioggia, altri suoi libri sono Le nuvole non chiedono permesso e Antartide. Ha un blog personale http://lenuvolenonchiedonopermesso.blogspot.com/