“Avvincente ricostruzione di un mistero all’italiana che rende il testo gradevole e coinvolgente con sapiente equilibrio di realtà e fantasia” Premio Teatro Helios, Passione drammaturgia 2012.
Il mare di Majorana è un testo teatrale che si può leggere come un romanzo breve. La vicenda umana e scientifica di Ettore Majorana viene ripercorsa sotto un’inedita chiave interpretativa, letteraria ma anche vicina alle fonti storiche.
Diversamente da quanto proposto da Sciascia, in questa ricostruzione il punto di svolta è individuato in un fatto accaduto cinque anni prima della scomparsa di Majorana. Nel 1933 infatti l'inattesa scoperta del positrone rende di colpo "irrilevante" un suo importante lavoro scientifico, l'equazione a infinite componenti, possibile alternativa all’equazione di Dirac. A quella notizia nel suo animo qualcosa si spezza: Majorana abbandona la fisica, non pubblica più niente per quattro lunghi anni, si isola dal mondo. Dal tono della commedia si scivola lentamente verso quello del dramma esistenziale.
Attorno a lui la sorella Maria, anima dolce e delicata, l’amico e collega Giovanni Gentile jr., e poi Enrico Fermi e i ragazzi di via Panisperna: amicizie e rivalità si intrecciano, tra confessioni e incomprensioni. Nel ’37 Majorana torna, a sorpresa, con l’articolo sul neutrino che gli frutta la cattedra per chiara fama a Napoli. Poi la scomparsa, a lungo meditata eppure improvvisa e misteriosa. Ne esce un personaggio complesso e tormentato, profondo e “privo di buon senso”, quasi come un eroe del suo amato Dostoevskij.
Marco Pizzi ha intrapreso l’attività di scrittore nel 2009 dopo la laurea e il dottorato in fisica teorica; ha già all’attivo due romanzi e diversi altri scritti di teatro e narrativa.