Angeli nati con le ali bagnate,
nati col sorriso nel cuore
e col sorriso sulla bocca
vi siete donati al mondo.
Ma un vento gelido e crudele
ha spento il vostro sorriso,
ha pugnalato il vostro cuore,
ha spezzato le vostre ali.
Chissà, se anche lassù,
angeli dalle ali bianche immacolate,
guardano con sdegno e disprezzo
le vostre ali ingrigite e spezzate.
La storia di Rossella è quella di una parte di Genova in cui, ancora oggi, la maggioranza dei genovesi non mette piede: nel cuore del ghetto dove vive la comunità trans più numerosa d’Italia.
Rossella nacque Mario nel novembre del 1942. «Quando i bambini nascono sono angeli, anch’io ero un angelo, ma alcuni nascono con le ali bagnate e invano inseguiranno il sole per asciugarsele. Ecco, io ho capito che non avrei mai volato, ma non potevo rassegnarmi a strisciare. Ho deciso che anche senza poter volare volevo vivere, amare per essere amata a mia volta. Sotto la mia apparente timidezza e i sottomessi silenzi covavo tutta la mia determinazione a non farmi annientare».
Attraverso esperienze drammatiche (prostituzione, droga, carcere) e passioni sincere, la lotta per affermare la propria identità.
Rossella Bianchi è nata nel 1942 in un paesino delle colline lucchesi, con il nome di Mario. Appena ha potuto si è trasferita a Genova dove vive tuttora.
È presidente dell’associazione Princesa, a tutela dei diritti dei transgender.