Medico della corte estense e accademico dello Studio modenese, Bernardino Ramazzini vive nella seconda metà del Seicento in un contesto contrassegnato da una prolungata recessione economica. Egli si dimostra visionario quando, pur non rinunciando alla propria attività di medico che cura il paziente, decide di visitare le botteghe artigiane per identificare i pericoli e descrivere i danni della salute causati dal lavoro. Oltre ad adottare un approccio originale per valutare il rischio per la salute, egli propone misure di prevenzione dei rischi, protezione della salute, informazione sui pericoli. A testimonianza della sua vocazione preventiva, il suo precetto è espresso dall’espressione «prevenire è di gran lunga meglio che curare». Ramazzini rivolge la sua attenzione anche ai comportamenti dell’individuo. Consapevole della necessità di evitare gli estremi di ogni genere, egli raccomanda costantemente moderazione. Suggerisce quindi «niente di troppo», un’indicazione che esprime la necessità di seguire uno stile di vita equilibrato: astenersi dal fumare, bere vino in misura moderata, controllare le passioni dell’animo, praticare esercizio fisico.
Molti sono gli aspetti del pensiero che si possono apprezzare ancora oggi: comprendere l’associazione tra ambiente e salute, sospettare l’origine ambientale di ogni forma morbosa, assumere comportamenti misurati e sobri, ispirare interventi a difesa della salute, suggerire pratiche orientate alla promozione della salute. Il testo propone una rivisitazione del pensiero di Ramazzini in chiave attuale, attraverso la descrizione del contesto nel quale egli vive, l’analisi delle osservazioni delle malattie, l’esame delle indicazioni di prevenzione, la valorizzazione di alcuni aspetti etici e ne mette in luce la modernità delle riflessioni e dell’insegnamento.