Con le sue scoperte e le sue decisioni coraggiose e controcorrente si è imposta all’attenzione mondiale. I riconoscimenti internazionali non le mancano: eletta «mente rivoluzionaria» del 2008 dalla rivista americana «Seed», è entrata nella classifica dei 50 scienziati top di «Scientific American» e nel settembre 2011 ha ricevuto il prestigioso Penn Vet Leadership Award, il massimo riconoscimento nel suo settore. Eppure Ilaria Capua, la scienziata che il mondo ci invidia, seppur consapevole dell’importanza dei traguardi raggiunti, non si ritiene un’eroina, una martire votata alla scienza, ma semplicemente una donna che crede fortemente in quello che fa e che, non senza fatica e difficoltà, è stata in grado di sfruttare le opportunità che la vita le ha presentato. Con molta sincerità e una buona dose di ironia racconta che il mestiere del ricercatore non è solo microscopi, stanzette buie e libri, ma può rivelarsi un’avventura intensa ed esaltante.
Ne emerge il ritratto a tutto tondo di una donna al tempo stesso normale e straordinaria, che non si prende troppo sul serio e non ama andare in giro a dire quanto è brava.
Perché brava lo è davvero.