Questo libro ha radici profonde che hanno lavorato nella mia anima per tanto, tanto tempo. Ho sempre desiderato scrivere. Da bambina scrivevo bigliettini, sempre, a tutti e li mettevo ovunque. Riempivo pagine e pagine con i “temi “ a scuola, con le poesie nei momenti liberi, con lettere per le persone che amavo. Frequentavo la seconda media quando, decisi che dovevo assolutamente scrivere un libro sullo sfruttamento minorile, argomento trattato a scuola e che da subito mi ha gettato in uno stato di agitazione per la totale impotenza dei miei pensieri nei confronti di tutti quei bambini sfruttati, senza voce, senza un nome, senza certezze per i quali nulla potevo se non vergognarmi per essere così fortunata : non dovevo faticare troppo per mangiare, vestirmi o semplicemente dormire con un tetto “compatto” sopra la testa.