Il protagonista del racconto è Robert, uno dei tanti afroamericani che abitano i poveri sobborghi di Newark, un'infanzia difficilissima, e un'adolescenza cupa e brutale. Ma Robert Peace non è uno come gli altri, Robert è migliore e grazie alla sua eccezionale intelligenza riesce a superare le selezioni ed entrare nella prestigiosa università di Yale. E a Yale diventa un genio della biochimica. Ma il ghetto chiama, il ghetto ha sempre richiamato Robert a sé, e forse è per amore dei suoi simili che decide di tornare a insegnare nella stessa difficile scuola superiore in cui ha trascorso la sua triste adolescenza. Il destino però è beffardo e i problemi economici fanno ripiombare Robert nell'inferno che pareva ormai soltanto un ricordo. La vità è dura e Robert comincia a spacciare, e poco dopo, viene brutalmente assassinato ad appena 30 anni. Cosa rende la storia di Peace degna di essere letta? La domanda ha una risposta semplice: Jeff Hobbs, autore tra i più talentuosi della sua generazione e, caso incredibile, compagno di stanza di Peace durante gli anni di Yale. Venuto a conoscenza della morte dell'ex compagno, Hobbs intraprende un vero tour de force per incontrare e parlare con tutti quelli che hanno conosciuto Robert e che ne sono rimasti affascinati. Il risultato è un toccante e profondo racconto, la storia di una breve e tragica vita spezzata. Lo stile di Hobbs è secco, asciutto, senza fronzoli. E la storia di Peace, come accade per i Clutter di Capote, è la storia di molti, è la storia di un destino crudele, che può essere dalla nostra parte, almeno per un po', e poi riprendersi in un attimo tutto ciò che ci ha donato. Jeff Hobbs, è uno scrittore americano, vive a Los Angeles, questo è il suo secondo libro