Il Petrarca che tutti abbiamo imparato a conoscere, fin dai banchi di scuola, è il cantore di Laura, il poeta-amante autore di un immortale Canzoniere, i Rerum vulgarium fragmenta. Ma chi fu veramente Francesco Petrarca (1304-1374)? Questa monografia – l’ultima del Millennio, quindi in qualche modo riassuntiva di tutti gli studi novecenteschi sul grande poeta – cerca di ricostruirne per intero, e analiticamente, la parabola umana, civile e letteraria. Petrarca non è solo l’aedo di Laura: egli è anche filologo e appassionato raccoglitore e scopritore dei classici; poeta e prosatore in latino; instancabile sperimentatore di nuove forme letterarie; poeta dell’amore, conosce e “canta” anche l’angoscia del tempo che fugge e la vanità del mondo, nel quale però non rinuncia ad impegnarsi sul versante civile e politico. In bilico tra Medioevo e primo Umanesimo, Petrarca sconta nella sua scrittura tutte le contraddizioni di un’età di passaggio, della quale ci ha lasciato, nelle sue “sudate” e travagliate carte, una testimonianza altissima e sofferta.