Le storie, in prima persona, di cinque donne normali che il destino ha reso eccezionali. Le abbiamo conosciute attraverso la cronaca, ma Alessandra Ziniti ha voluto avvicinarsi a loro per restituirci i loro pensieri, i desideri, i valori, gli affetti, il prima e il dopo le vicende che le hanno rese protagoniste loro malgrado. Cinque ritratti di donne forti, vere, da cui prendere esempio.
Eleonora Cantamessa, medico, si ferma a prestare soccorso alla vittima di una rissa, un ragazzo di venticinque anni. Viene uccisa dal fratello di lui, che li travolge con l’auto.
Laura Prati, sindaco di Cardano, viene colpita dai proiettili sparati da un vigile che lei aveva sospeso dal servizio in seguito a una sentenza di condanna. Morirà venti giorni dopo.
Elena Ferraro è l’imprenditrice siciliana che ha detto di no al cugino di Matteo Messina Denaro, poi finito in carcere anche grazie alla sua denuncia.
Lucia Petrucci, diciotto anni, è sopravvissuta all’agguato tesole dal suo ex fidanzato nel quale ha perso la vita la sorella Carmela, a soli diciassette anni.
Martina Giangrande è la figlia del carabiniere raggiunto dai proiettili sparati davanti a Palazzo Chigi da un disoccupato che «voleva uccidere i politici». Da allora ha deciso di assistere il padre, rimasto paralizzato, abbandonando il lavoro per stargli vicino.
Alessandra Ziniti, inviata di «la Repubblica», ha seguito tutte le grandi inchieste di mafia e cronaca in Sicilia. Insieme a Francesco Viviano ha vinto il premio Cronista dell’anno nel 2008. Con Francesco Viviano ha pubblicato per Aliberti editore I maledetti e gli innocenti (2010), I misteri dell’Agenda rossa (2010), Morti e silenzi all’università (2010), Visti da vicino (2012), Capaci via D’Amelio 1992/2012 (2012).
«Impariamo a essere felici, a pretendere la felicità, a fare della felicità il nostro scopo esistenziale. E poi trasmettiamo questo amore per la vita e per noi stesse alle nostre figlie, sorelle, amiche. Consapevoli che la felicità significa anche agire in linea con i nostri valori, è fare qualcosa di buono per la nostra comunità o fare scelte coraggiose per le persone a cui vogliamo bene. Questo ci insegnano e ci hanno insegnato le protagoniste di queste storie».
Dalla prefazione di Fiorella Mannoia