Nel 1993, Danilo Di Gangi compie il suo primo viaggio nel nord dell'India, attraverso l'Himachal Pradesh, con meta finale il Ladakh e il turbolento Kashmir. Ne seguiranno altri, nel 1995, nel 1998, nel 2003, per arrivare all'ultimo, affascinante e tragico, dell'estate 2010.
Lungo come l'Indo è un racconto che si sviluppa attraverso le storie dell'epica, gli incontri con i nomadi e la gente comune; attraverso le meravigliose architetture testimoni di antiche culture e il sapere millenario della religione; attraverso il riemergere di personaggi letterari e protagonisti in carne e ossa che rappresentano l'anima del paese; attraverso i libri, preziosi compagni di viaggio, e le mappe da decifrare e interpretare; attraverso le emozioni travolgenti e le sensazioni assorbite e custodite, che fanno nascere dolori e gioie, speranze e sogni, tra cambiamenti repentini imposti dalla modernizzazione forzata e desideri profondi di rimanere allacciati alle tradizioni.
E ancora, attraverso la memoria, che accende i ricordi e trasforma il viaggio nel battesimo di una ri-scoperta: tutto è collegato nella Grande Ruota della Vita. Il testo è animato da simboli stilizzati, stemmi, foto, mantra e segni grafici, che rendono il libro vivo, visivo, immaginativo e spirituale. Da assorbire completamente.
"In fondo la lastra d'acqua ribolle, rimbomba, si nasconde in cunicoli sotterranei, fuoriesce e s'impenna, per calmarsi quando la valle si allunga nell'ampia e desertica piana di Morey. Uno scenario insolito, a metà tra steppa e deserto, calpestato da nomadi e yak e fiancheggiato da basse colline che sfumano dal grigio scuro al marrone chiaro. Schiere di animali e schiere di alture che si spartiscono questo mare di terra sospeso sulle quote himalayane. Un lungo balcone, decorato da decine di ondulazioni instabili e una solitudine assoluta. Ci si entra senza accorgersene e non si riesce più ad uscirne".